L’Arte di Apparecchiare e Imbandire la Tavola con Gusto

Apparecchiare la tavola è un’arte! Bisogna che la tavola attragga i commensali, ma senza cadere nel kitsch! Ad esclusione del periodo natalizio, ovviamente…

Fin dai lontani tempi dei Sumeri, le tavole venivano apparecchiate e imbandite ed erano indice di raffinatezza, dimostrando l’attenzione e la cura che i padroni di casa avevano verso gli ospiti.

L’utilizzo dei piatti personali, e della forchetta, è assai recente: prima ci si serviva di un tagliere ogni due persone dove veniva appoggiato, ad esempio, un pezzo di carne che uno dei due commensali tagliava a pezzi e, con le tre dita principali (pollice, indice e medio), il boccone veniva portato alla bocca.
Per prendere il pezzo di carne, che navigava, letteralmente, nella salsa o nel brodo (questo permetteva di tenerlo al caldo), si utilizzava uno spiedo o un pirone (dal greco peiro: infilzo) con al massimo due rebbi.
Leggende raccontano che alcuni greci e romani si facessero crescere dei calli alle tre dita per poter prendere il mangiare senza utilizzo di spiedi: questo per manifestare al meglio la buona educazione.

La forchetta, come noi la conosciamo, che veniva già utilizzata da tempo nel Sud dell’Italia per mangiare i maccheroni, prese piede al Nord solo alla fine del Rinascimento. Prima veniva addirittura demonizzata dal Clero.

Il nome che si usava era vario e non ben definito: la parola imbroccatoio, brocchetta, schidioncino, punteruolo, dirizatoio o spilletto, poi il termine forcina o forchetta (dal tardo latino furcilla e furcula).

Una piccola curiosità: fino all’VIII secolo non si usavano le tovaglie. Le tavole venivano sparecchiate, pulite con stracci e, per i più raffinati, profumate. Carlo Magno ebbe l’idea della tovaglia, ma non per bellezza! Permetteva di sparecchiare più velocemente. Alla sua tavola apparve del vasellame più ricco e di metallo prezioso (più in oro, che in argento), come calici in oro con pietre incastonate e bicchieri di corno montati in argento. Pochi grandi coltelli, ma soprattutto il cucchiaio individuale; il coltello ognuno lo porta con sé e può svolgere anche il ruolo di forchetta.
Carlo Magno, considerato un maestro di buone maniere, fa decorare la mensa con fiori, ma anche pavimenti e pareti, obbliga i commensali a lavarsi le mani prima e fu il primo ad ammettere le dame a tavola.

Durante il pranzo e proprio per il non uso della forchetta, ai commensali venivano passate delle ciotole di acqua (magari profumata e decorata con petali di fiori) per lavarsi le mani e dei teli per asciugarle. Poi col tempo, ‘impararono’ a pulirsi le mani sulla tovaglia e finalmente utilizzarono i tovaglioli.

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