SPATOLE, TAROCCHI, MARYSE E LECCAPENTOLE

Sono un insieme di utensili da cucina che servono a raccogliere il contenuto di una ciotola, gli ingredienti su un tagliere o una spianatoia.
Spatola viene dal latino spatula o spathula, diminutivo di spatha, quindi una piccola spada.
E’ un arnese con impugnatura e lamina metallica non tagliente.
Viene utilizzato, ad esempio, per stendere bene un composto all’interno di una teglia oppure una copertura.
Esiste anche la versione con un angolo vicino al manico e viene detta spatola a gomito o a ginocchio.
La versione in teflon viene utilizzata nelle padelle antiaderenti, per non rovinare il rivestimento.
Con lamina metallica ampia per tagliare e servire sformati, pizze o paste al forno.
Se è piccola viene anche chiamata mestichino, parola più usata dai pittori, dal greco massein, mescolare (la mesticheria a Firenze è il negozio di pittura).

Tarocco viene per estensione dalle carte da gioco. In particolare il mazzo con gli arcani maggiori, numerati da 0 a XXI, 4 serie di 10 carte numerali con 4 figure, inventato e usato dal trecento in poi. E’ una spatola rettangolare senza manico e, se di metallo, ha una impugnatura sul lato lungo.
Viene così chiamato, per come venivano tenute le carte nei primi giochi per non rovinarle (o segnarle!).
Ha gli stessi usi di una spatola, ma il modo di impugnarlo lo rende utile per togliere impasti dalle ciotole, per raccogliere le verdure appena tagliate a dadini, per il temperaggio del cioccolato e altro. Versioni con bordo frastagliato o dentellato permettono di creare disegni decorativi.

Leccapentole (non leccapentola!) è una speciale spatola con lunga impugnatura e lamina in silicone più o meno flessibile.
Viene detta anche marisa, traducendo dal francese maryse. Ma perché questo nome?

Viene da Maryse de Monpetit (1512-1578), una pasticciera della Corte Reale di Francesco I.
Fu l’inventrice della spatola che porta adesso il suo nome, utilizzata durante la preparazione di biscotti d’avena per il Re.
Francesco I fu talmente soddisfatto da questo piatto che insignì del titolo di baronessa la Monpetit che poté aggiungere la particella nobiliare “de” al suo cognome diventando, appunto, Maryse de Monpetit.
Ed è con questo nome (MARYSE™) che venne commercializzata alla fine dell’800 dalla De Buyer (industria di pentole ed accessori francese fondata da Alfred de Buyer nel 1867)  la prima versione in gomma morbida o, meglio, caucciù (dal francese caoutchouc, a sua volta proveniente dal quechua cauchuc).

Sono utensili di uso comune in cucina e padroneggiarne l’uso sveltisce e migliora le preparazioni.

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